Tra i rituali che sono da sempre parte integrante nella celebrazione di un matrimonio, lo scambio delle fedi è quello che ha probabilmente la tradizione più lunga, affonadando le sue radici quasi nella notte dei tempi, addirittura agli antichi Egizi.
Nulla, per quanto riguarda questo piccolo quanto importante oggetto, è casuale:
il materiale, la forma, il posizionamento.
Scopriamole nel dettaglio. Vedrete che ci sarà da meravigliarsi!
Per risalire alle origini di questi gioielli che sanciscono l’unione in matrimonio di due persone che si amano dobbiamo tornare un po’ indietro negli anni. Un po’ tanto, per la verità!
Esattamente all’ Antico Regno d’ Egitto, collocabile tra il 2700 e il 2200 a.c., quando un anello veniva collocato all’ anulare sinistro dove si credeva che ci fosse una vena collegata direttamente con il cuore e attraverso la quale scorressero i sentimenti.
Avvolgere un dito con un anello significava simbolicamente di volersi assicurare la fedeltà del partner durante l’unione.
La stessa tradizione si diffuse successivamente anche tra gli antichi romani. In quel caso l’anello era di ferro, ma furono proprio loro ad attribuirgli il nome di “fede” che deriva dal latino fides, appunto fedeltà.
Anche la forma, come dicevamo, ha la sua importanza. Il cerchio è una geometria perfetta rappresentata da due linee che si intrecciano e confluiscono su loro stesse, annullandosi l’un l’altra.
Tradizione vuole che sia lo sposo ad acquistarle, facendone omaggio alla sposa, e che debbano essere rigorosamente d’ oro, materiale che antiche leggende vogliono garante di eternità amorosa.
Ai più superstiziosi raccomandiamo di non acquistare gli anelli di fidanzamento insieme alle fedi, in quanto questo potrebbe portare sfortuna al matrimonio stesso. Normalmente a portare le fedi all’altare sono i testimoni degli sposi o un piccolo fanciullo chiamato paggetto.
Queste, legate su un piccolo cuscino, vengono benedette dal sacerdote prima dello scambio.